Aste Immobiliari, un mercato parallelo in forte espansione

 

Complice la crisi economica, il mondo delle Aste Immobiliari ha subito una notevole espansione. Il rapporto “Sofferenze Bancarie e Aste Immobiliari” pubblicato dall’Oid (Osservatorio Immobiliare Digitale), ha stimato che da Gennaio 2016 sono state indette circa 98.500 aste immobiliari: secondo le recenti analisi elaborate a cura dell’Ufficio Studi di Immobiliare.it, si tratta di immobili la cui superficie catastale è mediamente di mq 100, e il cui prezzo base si assesta intorno ad € 142.000.  Da nord a sud, si evincono però notevoli differenze: il Trentino Alto Adige è la regione che penalizza di più i partecipanti alla vendita, registrando i valori più alti con una media di € 223.000; la Regione Calabria risulta essere invece il paradiso delle Aste Immobiliari, con un prezzo base medio di circa € 74.000. La disomogeneità riscontrata nei prezzi di vendita, si evidenzia anche nelle dimensioni degli immobili: generalmente si hanno immobili dalle dimensioni più contenute al Nord, e man mano che si scende lungo lo stivale la superficie degli immobili aumenta, fino a raggiungere la massima estensione in Sicilia, con una media di mq. 148.  Fanno eccezione gli immobili sardi che, nonostante un prezzo di partenza fra i più alti in Italia, registrano un’estensione media fra le più ridotte, di circa mq. 80.

Nonostante queste discrepanze, il mercato delle aste immobiliari recluta ogni anno sempre più interessati all’acquisto. Oggi, infatti, l’Asta Immobiliare non riguarda più un numero ristretto di “soliti noti”: sta nascendo un vero e proprio mercato parallelo, con il 63% di vendite all’asta rappresentato dal settore residenziale. Il privato cittadino si sta infatti avvicinando sempre più in maggior numero a questa formula di acquisto, risparmiando circa il 25% rispetto al valore di stima dell’immobile, e potendo comunque accedere ad un finanziamento per l’acquisto. Sono state inoltre estese, sino al 30 Giugno 2017, le agevolazioni per l’acquisto di un immobile all’asta, che sostituiscono le varie imposte di registro con un’unica tassa pari ad € 200,00. L’agevolazione, fissa nella misura di anni 5 per chi svolge attività d’impresa, il termine massimo per la rivendita dell’immobile. Dopo numerose critiche alla prima versione del decreto, il beneficio è stato esteso anche a persona fisica senza alcun termine per la rivendita dell’immobile a condizione che questo sia: I) adibito a prima casa (entro un anno dall’acquisto); II) non appartenente alla categoria “Immobili di Lusso”; III) rientrante nella categoria catastale A (eccezion fatta per le categorie A1, A8, A9); IV) ubicato nel Comune in cui l’acquirente ha residenza, o nel quale entro 18 mesi stabilirà la propria residenza, o se diverso, in quello in cui il soggetto svolge la propria attività. L’acquirente deve, inoltre, dichiarare di non essere titolare esclusivo o in comunione con il coniuge, di diritti su altra casa di abitazione posta nel Comune in cui è situato l’immobile che si intende acquistare all’asta.

(fonti: web, Oid, Immobiliare.it)

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